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Martes, 23 Enero 2018 00:00

Aloisio Maria Benziger (vescovo)

Nacque a Einsiedeln in Svizzera, il 31 gennaio 1864 come quarto figlio e secondogenito di Johannes Adelrich Benziger e di Anna Maria Koch von Boswayal.

La famiglia Benziger apparteneva alla nobiltà ed erano gli editori della Santa Sede. Oltre a ciò la famiglia era profondamente fedele alla fede cattolica.

Il ragazzo ricevette una formazione liberale diversificata. Dopo la morte improvvisa del fratello maggiore, il padre pensò di fare di Adelrich il suo successore nel commercio della pubblicazione. Ma il giovane non aveva ambizione in materia. Voleva diventare sacerdote. Suo padre organizzò un corso a Parigi per lo studio del francese; fu mandato in Inghilterra per studiare l'inglese. Studiò filosofia e teologia presso l'Università di Eichstatt, in Germania.

Si unì al noviziato carmelitano di Bruges il 26 maggio 1884 prendendo il nome di Aloisio di Santa Maria. Ricevette i voti temporanei il 28 maggio 1885. Il suo soggiorno nel noviziato gli diede occasione di essere in contatto con p. Alphonse di Madre Addolorata, che una volta era missionario in India. Fece la sua professione solenne il 28 maggio 1888. Fu ordinato sacerdote il 22 dicembre 1888 dal vescovo ausiliare di Gand, l'arcivescovo H. Lambrechts.

Dopo la sua ordinazione, scrisse ripetutamente al padre generale dell'ordine dei Carmelitani Scalzi esprimendo il suo desiderio di andare in missione. Vedendo la ferma volontà di p. Aloisio il padre generale gli concesse il permesso e la Congregazione di propaganda emise il brevetto di missionario per lui. Lasciò il monastero di Gand il 28 agosto 1890 e raggiunse l'India il 9 ottobre 1890.

Il primo compito che p. Aloisio ricevette al suo arrivo in India fu quello di professore di inglese, latino, teologia dogmatica e sacra scrittura nel seminario di Puthenpally. Svolse anche l’incarico di direttore spirituale dei seminaristi. L'arcivescovo Ladislao Zaleski, delegato apostolico per le Indie orientali, fece una visita al seminario nel 1892. Fu impressionato dall'atteggiamento orante e dalla vita esemplare di padre Aloisio. Con il permesso dei superiori, lo nominò suo segretario privato.

Mentre era ancora il segretario privato del delegato apostolico, fu eletto come coadiutore del vescovo di Quilon. P. Aloisio ricevette l'ordinazione episcopale a Kandy il 18 novembre 1900. Il suo motto era: per crucem (attraverso la croce). Subito dopo la consacrazione fu nominato Vicario generale della diocesi di Quilon. Il vescovo di Quilon morì a Gand il 14 agosto 1905. Il vescovo Aloisio, che fu coadiutore, prese la carica della diocesi di Quilon il 14 settembre 1905. Governò la diocesi per 31 anni, cinque anni come coadiutore e 26 anni come vescovo.

Era un pastore missionario, un vescovo mendicante che andava in cerca di aiuti finanziari per l'opera missionaria. Era un diligente promotore della riunione. Giocò un ruolo significativo nel ritorno dell'Arcivescovo Mar Ivanios e del suo compagno alla Chiesa cattolica e alla formazione del rito siro-malabarico. Stanco e malato, si dimise dal suo ufficio il 10 agosto 1931 e si ritirò nel monasteri di Carmel Hill, Trivandrum. Nel 1931 fu nominato arcivescovo titolare di Antinoe.

A Carmel Hill visse una vita di solitudine e di preghiera. Usciva solamente per ascoltare le confessioni di alcune comunità religiose. I lunghi viaggi erano pochissimi: in assenza del vescovo di Quilon, egli dovette recarsi nella sua antica sede per benedire l'olio santo; nel 1937, si recò di nuovo a consacrare il suo successore. Il suo ultimo viaggio all'estero è stato nel 1938 in Europa per accompagnare e introdurre l'arcivescovo V. Dereira, il suo successore, ai membri della sua famiglia e ad alcuni altri benefattori.

Il 25 marzo 1942, mentre celebrava la Santa messa nella cappella del noviziato, cadde sull'altare. I suoi ultimi giorni sono stati i giorni di intensa sofferenza. Il 16 agosto ricevette gli ultimi sacramenti dall'Arcivescovo Vincent Dereira, suo successore a Trivandrum.

Il 17 agosto tornò alla casa del Padre.

Il 17 agosto del 2017 si è dato inizio all’Inchiesta diocesana sulla “vita, virtù e fama di santità”.

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