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segunda-feira, 27 março 2017 00:00

Francesco di Gesù

Nacque a Los Hinojosos (Cuenca) il 4 ottobre 1529, verso i 12 anni andò a Ubeda, adottato dal cavaliere Juan Molina.

Quindicenne lo troviamo a Baeza, discepolo amato di S. Giovanni di Avila, che lo pose rettore delle scuole primarie erette presso l'università della cittadina, ciò che in abito clericale espletò per un trentennio, rendendosi famoso soprattutto come dotrinero o catechista e, poi, come predicatore popolare, ciò che pure dovette fare per volontà del santo.

Nel febbraio 1575 a Beas incontrò Teresa di Gesù, che lo invitò al Carmelo. Fece perciò voto nelle sue mani di farsi scalzo, cosa che poté realizzare soltanto alcuni anni dopo, per intervento del p. G. Gracián. Ai primi di marzo del 1582 vestì l'abito come laico a Baeza, facendo il noviziato a Siviglia, dove professò nel marzo del 1583. Nel 1584, con altri due religiosi partì per il Congo-Angola, giungendo a San Salvador ai primi di dicembre. Ivi, nello stesso mese, venne ordinato sacerdote, celebrando la prima messa il 2 febbraio 1585. Iniziò allora un ministero missionario instancabile in tutta la regione, riuscendo a convertire molte migliaia di persone con la predicazione infuocata, avallata dalla santità della vita e dai miracoli, e da un fervore straordinario che l'attirava all'Eucarestia e lo rendeva preghiera vivente.

Tornato con i compagni di missione in Spagna nel 1587, per convincere i superiori a rinforzare il numero degli apostoli e a sostenerne l'opera, vi fu trattenuto e destinato al convento di Madrid, dove fu predicatore e confessore molto stimato e ricercato.

Fece apostolato anche a Barcellona e - per circa quattro anni - in Andalusia, dovunque operando grande bene e lasciando fama di grande santità. Inviato già sui 76 anni per una missione a Ubeda, nel ritorno dall'Andalusia, cadde dalla cavalcatura in maniera molto seria, presto ridotto agli estremi. Portato a Los Hinojosos, abbastanza vicino, tra grandi sofferenze sopportate nella gioia dello spirito e della preghiera, vi morì il 10 giugno 1601, venerato da tutti come grande santo, per l'ardore eucaristico, lo spirito di orazione, la carità e misericordia verso ogni sofferente nell'anima e nel corpo, per l'amore alla Vergine Maria, l'ascesi penitenziale severa e gioiosa e i miracoli. 

Il 27 novembre 1937 è stato concesso il decreto sugli scritti.

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